Quella di Pia Nalli è una storia fatta di grandi conquiste e determinazione: è stata tra le prime matematiche italiane del Novecento, unica donna ad essersi formata nell’ambiente del Circolo matematico di Palermo, ed è stata la prima siciliana a salire su una cattedra universitaria di ruolo. Nella Giornata Internazionale delle Donne nella Matematica, PalermoScienza ricorda le battaglie di tutte le donne di scienza che hanno dovuto combattere contro i pregiudizi, alcuni dei quali ancor oggi duri a morire, e contro tutti gli ostacoli che le hanno tenute lontane dagli studi scientifici.Nata a Palermo il 10 febbraio 1886, Nalli nel 1920 vinse il concorso per la cattedra di Analisi infinitesimale all’Università di Cagliari, unica donna degli otto concorrenti, dove restò sei anni.
Ottenne poi il trasferimento presso l’Università di Catania, dove sarebbe rimasta fino alla fine della sua carriera, malgrado il fortissimo desiderio di ritornare nella sua città natale. Durante la sua docenza spesso ha dovuto fare i conti con un ambiente ancora troppo poco propenso a riconoscere ruoli autorevoli a una donna. Esemplare è quanto scrive in un esposto al Ministro il 12 maggio 1928, attraverso il quale denuncia la forte prevaricazione del preside della Facoltà di Scienze, il fisico Michele La Rosa: «L’ultimo ritrovato della facoltà di Palermo per demolirmi, come risulta da lettera direttami dal professore La Rosa, è che io non sarei in grado di tenere la disciplina, perché, la scolaresca di Palermo essendo numerosa, per tenere la disciplina occorrono, secondo la frase del detto professore la Rosa, delle solide qualità virili. Protesto contro tale asserzione: la disciplina l’ho sempre tenuta, e se mai mi si può rimproverare di essere troppo dura. Per tenere la disciplina non occorre fare a pugni con gli studenti: occorre e basta non essere ridicoli. Ed io non sono ridicola né come donna né come professore».